Non possiamo affermare con certezza che le balene, se avessero avuto la possibilità di produrre musica, avrebbero usato le stesse risonanze che questi due boy-scout hanno applicato ai loro strumenti, ma abbiamo motivo di credere che con ogni probabilità si tratterebbe di musica minima e ambientale come questa.
Due personalità artistiche tanto diverse quanto complementari come Populous e Pierpaolo Leo (uno con alle spalle due dischi di indie hip-hop su Morr Music e l’altro con anni di sperimentazione nel circuito avanguardistico) hanno registrato in casa con tecnologie tutt’altro che moderne cercando di avvicinarsi allo spirito di pionieri storici dell’elettronica come Raymond Scott e ad eroi del rock psichedelico come United States Of America. “Echoes of the whales” è un disco di folk spettrale, dove chitarre (suonate anche da Stefano Pilia e Jukka Riverberi dei Giardini di Mirò), organi farfisa, feedbacks e frattaglie digitali si fondono per generare un “humus” sonoro ideato e creato come naturale estensione dell’ambiente. Potreste, infatti, trovare appagante l’ascolto di questi echi mentre remate nel vostro kayak, mentre ripulite una spiaggia o mentre cercate di fotografare dei pinguini in Antartide.
myspace.com/echoesofthewhales
echoesofthewhales.com
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